Alla ginnastica, con nostalgia odio e amore.
❝ Volevo dire grazie alla ginnastica, che mi è stata vicina per tutti questi anni, da quando avevo circa 6 anni.
Grazie a lei ho conosciuto la “paura” e l’ho saputa superare.
Grazie a lei ho viaggiato tanto, scoperto luoghi che forse non avrei mai visitato.
Grazie a lei ho incontrato persone che mi hanno cresciuta ed aiutata a crescere.
Grazie a lei, la mia squadra e la mia palestra sono la mia seconda famiglia.
Lei è sempre lì, pronta a trascinarti nel suo vortice. La tensione, l’adrenalina. Il dolore, le lacrime – di rabbia si, ma anche di gioia. Il sudore. I body, gli spruzzini, i paracalli e le infinite corse a vuoto al volteggio. Le persone. Gli sguardi e gli abbracci dopo aver concluso l’esercizio. I brividi, quelli belli, dopo una vittoria.
Perché lei è lì, sempre lì, pronta a trascinarti nel suo vortice. Le luci. Gli swarovski che sbrilluccicano sul body. I tappeti blu. La tensione, l’adrenalina. La rabbia, le lacrime – di rabbia, sì, ma anche di gioia. Il sudore. Gli spruzzini, i paracalli, le scarpette del volteggio. Le persone. Gli sguardi che non ti vedono perché troppo concentrati, gli abbracci che ti rompono le costole. Le sensazioni. I brividi, quelli forti da farti venire la pelle d’oca.
Anche se ormai le tue ex compagne di squadra non sono più “le tue bimbe” ma si sono fatte grandi in tutti i sensi. Anche se ormai da un pò di tempo la prima risposta che dai quando ti chiedono “cosa fai nella vita?” non è più “faccio ginnastica artistica!” – anzi, quasi non la citi più. Anche se ci hai messo una pietra sopra, poi un’altra ed un’altra ancora.
Per un attimo perdi la testa, perché lei è lì, è sempre stata lì, in un luogo indefinito tra il cuore, la pancia e la bocca dello stomaco. E sempre lo sarà! ❞
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